La Pineta

Alla fine mi sono lasciato sedurre dagli amici di Cassino e sono andato a trovarli a casa loro per scoprire la “mitica Pineta”.

[singlepic id=328 w=320 h=240 float=left]Alla partenza eravamo “4 gatti”: molti temerari venuti da Roma oltre alla numerosa compagine di amici ciociari.

E così un lungo serpentone di biker si è snodato lungo quel dedalo di sentieri e single track che caratterizzano la pineta.

Ringrazio Skeleton per il prezioso contributo fotografico con cui ha immortalato le varie fasi della pedalata ed i momenti salienti del III° tempo (dove purtoppo io, un pò indisposto, non ho potuto dare il meglio di me).

Peccato che le piogge dei giorni precedenti avevano reso il fondo un pò viscido creando parecchie insidie.

Sicuramente la pineta è un’ottima palestra per chi va in MTB e spero di tornarci presto per affinare la tecnica e conoscere nuovi passaggi. Da notare che in alcuni punti sono state create anche delle strutture [singlepic id=318 w=320 h=240 float=right]artificiali per consentire salti e drop; per mia fortuna in questa occasione sono stati volutamente omessi dal nostro itinerario e mi sono dovuto accontentare solo di un volo in salita in un passaggio in cui bisognava salire sopra una roccia: niente di grave sono rimasto aggrappato all’albero vicino alla roccia che mi ha impedio di rotolare sotto al costo di qualche scorticatura (in realtà ho fatto anche un paio di scivolate in discesa ma niente di spettacolare, quindi non sono degne di considerazione).

Questa è  una foto di quello che abbiamo lasciato dietro di noi

Un po’ di foto (by skeleton & geppo) dove casualmente ci sono io….

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Il percorso

Trasformare le ruote in tubeless con il lattice

Come promesso provo a raccontarvi come ho trasformato delle normali ruote e copertoni per camera d’aria in ruote tubeless.

Personalmente non mi sono inventato niente ed ho fatto riferimento a quanto riportato sul forum mtb-forum.it: il famoso metodo EOT (End Of Time – autore della piccola guida).

Con questo metodo sono riuscito a rendere tubeless le mie Mavic Crossride utillizzando dei copertoni Schwalbe Nobby Nic (modello per camera d’aria).

In pratica ho utilizzato una camera d’aria da 24″ (volendo se ne può usare anche una da 20″)  come flap: l’ho infilata sul cerchio (senza copertone) e poi l’ho tagliata longitudinalmente sul lato esterno.

Una volta aperti i due lembi verso l’esterno ho montato il copertone in modo che il copertone non poggiasse direttamente sul bordo del cerchione ma sulla camera d’aria: poi ho inserito del lattice liquido  (si chiama Latex e l’ho comprato in un negozio di belle arti – volendo posso indicarvi i riferimenti) e con il compressore ho gonfiato le ruote a 4 atmosfere. Lo scopo di gonfiare le gomme ad alta pressione è quello di forzare il lattice ad andare a tappare tutte le microporosità presenti sul copertone e formare un tappo una volta che si solidifica a contatto con l’aria; in questa fase è opportuno far girare le ruote a vuoto in modo da distribuire il lattice in maniera uniforme, avendo cura di assicurarsi di farlo aderire anche sulle spalle del copertone.

Una volta che il copertone tiene la pressione è possibile portarlo al livello di gonfiaggio desiderato e si possono rifilare con le forbici i lembi di camera d’aria che escono lateralmente: il lattice sigillerà la camera d’aria ed il copertone andando a creare una sorta di tubolare.

Le camere d’aria che ho utilizzato io sono quelle “der francese” (= Decathlon) da 3€ l’una. Il vantaggio delle camere con valvola Schrader (dove il cerchione lo consenta) è quello di poter versare il lattice direttamente dalla valvola tramite una siringa con un tubicino: la parte interna della valvola Schrader infatti si può svitare per consentire di versare il lattice e dopo si può riavvitare (piccolo trucco: per evitare che il lattice otturi anche la valvola è consigliabile di spruzzarci un pò di lubrificante, ad esempio silicone spray). Ricordarsi periodicamente di verificare la presenza del lattice all’interno delle ruote agitando le stesse: si sente il liquido che risciacqua; in caso contrario bisogna fare un rabbocco.

La funzionalità del lattice oltre a quella di sigillare le ruote in fase di trasformazione in tubeless è anche quella di otturare dei piccoli fori che si possono creare sul copertone: il lattice, fuoriuscendo dal foro, entra in contatto con l’aria e solidifica formando una sorta di tappo. Grazie a questo sistema la ruota, anche perdendo un minimo di pressione, vi consente di poter tornare a casa senza dove intervenire per riparare il foro.

Per quanto riguarda la quantità di lattice da introdurre io ne ho messo 120ml per ruota (80 ml lattice + 40 ml acqua) con copertoni da 2.1: in fase di trasformazione gran parte del lattice fuoriesce per sigillare i vari micro pori (suprattutto sulle spalle); a regime è sufficiente che ci siano ca 60 ml di lattice (diluito con le stesse proporzioni).

Metodi alternativi prevedono l’utilizzo di nastro adesivo autoagglomerante o di nastro adesivo americano (quello argentato con la trama all’interno) al posto della camere d’aria tagliata usando una valvola specifica per tubeless (mediamente costa 9€) o una valvola estratta da una vecchia camera d’aria; in questo secondo caso è bene verificare che la valvola abbia tenuta stagna.

Edit: chi non riesce a trovare il lattice per stampi nei normali negozi di belle arti lo può acqistare on line su Hobbyland.

A Roma lo si può trovare presso 3G GORLA (Viale dei Consoli, 45 – Roma Tuscolana – +39 067674297) e presso Belle Arti (V.le Angelico, 259 – +39 063217870)

Metro A? ora si può

 

Da poco è stata estesa la possibilità di trasportare biciclette anche a bordo della linea A della metropolitana di Roma.

Questo è quanto riportato sul sito di Metroroma:

Si può accedere alla metropolitana in bicicletta?

E’ possibile trasportare le biciclette sulle linee A e B della metropolitana e sulla ferrovia regionale Roma-Lido oltre che nei giorni festivi, per l’intera durata del servizio, anche tutti i giorni feriali dopo le ore 21.00.
Lungo la linea A non sono accessibili alle biciclette le stazioni Spagna, Barberini, Repubblica, Termini, Vittorio Emanuele e San Giovanni.
Ogni passeggero può portare con sé solo una bicicletta condotta a mano, in ogni caso non dotata di motore; se il viaggiatore non è in possesso di un abbonamento annuale o mensile deve acquistare un biglietto anche per la bicicletta. L’accesso del mezzo è previsto solo nella prima carrozza del treno, non è possibile usufruire delle scale mobili ed è obbligatorio prendere l’ascensore nella stazioni che ne sono dotate. 
I gruppi numerosi (più di 5 biciclette) dovranno segnalare la propria presenza, almeno 24 ore prima, ai numeri 06-57533342 (Metro A), 06-57533330 (metro B) e 06-5748089 (Roma-Lido).

Purtroppo a parte i giorni festivi è possibile utilizzare questa soluzione solo in orario serali non riuscendo a dare un grosso contributo per la mobilità romana; comunque per ora ne ho già previsto un mio possibile utilizzo nei prossimi mesi.

 

Vedi anche il sito dell’Atac.

I laghetti di Percile

I Laghetti di Percile

Domenica  1 marzo ci siamo andati a fare un giretto ai laghetti di Percile.

L’itinerario è uno di quelli pubblicati da P&G ( in particolare si tratta del 12 ).

Itinerario mediamente impegnativo, ma con una lunga e faticosa salita, ai confini del parco dei monti Lucretili che permette di raggiungere i laghetti di Percile

Il tempo non è stato un granchè, tanto che al ritorno abbiamo preso anche un po’ di pioggia.

Sarà stato per il cattivo tempo, o per le ripide rampe cementate ma non tutti hanno gradito il giro: il percorso non era tecnico, magiusto un po’ allenante nella prima metà; io l’ho trovato utile in quanto avevo voglia di farmi un po’ di salita…

Qualche commento:

Eccoci di ritorno dal giro più inutile che abbia mai fatto!

Giro bruttino, rampe cementate in salita e discesoni veloci al ritorno…
insomma, poco divertimento rispetto ai nostri giri soliti.

Al fine giro ci siamo andati a rifocillare a Vicovaro in una bisteccheria – ristorante – pizzeria da Seghetto e la sora Ausilia dove ci hanno fatto mangiare delle bistecche di brontosauro, come potete vedere dalle foto (anche si in realtà si trattava di manzo danese) e ci hanno anche spennato un pochino…

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Altre foto ->  qui <-

 

Il percorso:

38 Km  per poco meno di 800 m di dislivello.

 

Scarica la traccia:

Biker gentiluomo…

Biker gentiluomo

Domenica, mentre percorrevo un single track nel boschetto di Villa Pamphili, vedo che dalla direzione contraria alla mia sta venendo una coppia di signori a piedi.

Mi fermo qualche metro prima appoggiandomi ad un albero per dar loro la precedenza.

Quando l’uomo mi raggiunge mi guarda e mi fa:  “Veniamo spesso a passeggiare qui e lei è il primo ciclista che si ferma….” e così ci fermiamo qualche minuto a commentare la prepotenza e l’arroganza dei ciclisti nei confronti dei pedoni: sfecciano e fanno il pelo alle persone, quando ottengono strada non dicono neanche grazie ma pretendono sempre la precedenza.

Ovviamente non tutti i ciclisti sono così, però se qualcuno si lamenta è perchè è una situazione che capita di frequente.

Da un lato mi ha fatto piacere che delle persone abbiano riconosciuto la mia educazione rispetto ad altri, ma da un lato mi rattrista sapere che considerazione abbiano i pedoni nei riguardi dei biker.

Ne approfitto per linkarvi il Galateo del ciclista

 

 

La Scarpellata

ScarpellataDomenica 4 gennaio, in compagnia di Geppo960, XR400R, Toty69 e Pippixe ci siamo avventurati sul Monte Gennaro per affrontare la Scarpellata.
Partenza 9:05 dallo Stadio di [W:Palombara Sabina] : fa molto freddo e sulla strada abbiamo trovato parecchio ghiaccio. L’itinerario prevede un breve trasferimento su asfalto in direzione di [W:Stazzano] : la strada è in leggera discesa e, nonostante i guanti nuovi, mi si congelano le mani.

Da Stazzano comincia la salita su sterrato, cominciamo a sudare e ci alleggeriamo un pò. Scavalcata una recinzione comincia la salita vera.
Scarpellata - salita

Il primo tratto è più tranquillo ma diventa sempre più ripido tanto che alcuni tratti li affrontiamo a spinta.

Dopo 12Km, di cui 9 di salita, raggiungiamo il primo traguardo: la Torretta.La Torretta
Facciamo una piccola sosta per mangiare qualcosa e goderci il panorama per poi partire verso il secondo obiettivo: l’albergo abbandonato.

Lo raggiungiamo dopo una brevissima discessa ed una ripida salita (da fare rigorosamente a piedi)

Il terreno è viscido per via delle piogge dei giorni precedenti e faccio fatica a restare in piedi.

Seconda sosta: visita ai resti dell’albergo.
Dopo le foto di rito riprendiamo il cammino per raggiungere la vetta; ormai la gita prosegue a piedi camminando su pietre appuntite.

Raggiungiamo la vetta dopo 3 ore e mezza dalla partenza e 14,5Km


Ci godiamo un pò il panorama e dopo esserci riposati e rifocillati ci imbrachiamo per cominciare la discesa.
Scarpellata - salitaLe fatiche patite in salita sono niente in confronto a quello che ci aspetta per la discesa.

Dopo un primo tratto perso per orientarci cominciamo a scendere in sella. In un tratto poco ripido e privo di significative difficoltà mi impunto con la ruota anteriore facendo un bel tuffo in avanti: per fortuna faccio in tempo a pararmi il viso poggiando le mani sul sasso su cui stavo andando a cozzare.
Dopo qualche secondo perso a realizzare chi fossi e cosa stessi facendo rimonto in sella e ricomincio la discesa (ormai sono un pò impaurito e convinto di essermi giocato il bonus della giornata proseguirò per tutta la discesa cercando di non prendermi troppi rischi).Scarpellata - salita
Affrontiamo un pezzo a piedi salendo leggermente su una pietraia.

Geppo e Simone XR  ci aspettano qualche metro più avanti in uno spiazzetto che precede l’imbocco della Scarpellata.
Qui mi accorgo di aver bucato la ruota posteriore e pippi mi da una mano (ed una camera) a riparla. Mentre pippi ed io interveniamo sulla mia bici anche Geppo e Simone si accorgono di aver bucato e così anche loro si accingono a sostituire le camere d’aria. Mentre noi quattro siamo al lavoro Toty se la ride e fa le foto parlando del più e del meno.
Scarpellata - funiviaQuando siamo pronti per ripartire… ci accorgiamo che anche Toty ha bucato e quindi anche lui adesso si mette al lavoro… tirando fuori dallo zainetto una bella camera d’aria da un kilo e due! Oltre ad essere di peso spropositato si rivelerà essere anche fragile visto che dopo qualche km di discesa verrà fermato da una nuova foratura.Monte Gennaro
Un pò a piedi e un pò in bici piano piano riusciamo ad affrontare tutti i tornantini e le asperità del terreno fino a raggiungere una veloce discesa scorrevole: qui totonno, per non farsi mancare niente, si gioca anche un freno, ormai andato in temperatura.
Raggiunto l’asfalto ci liberiamo delle protezioni ed affrontiamo gli ultimi 5 Km che ci riportano alle macchine.

Totale: 26 KM per 1200m di dislivello – Tempo impiegato 6,5 ore.


Altre foto…


La foratura collettiva

Forature



Discesa poco pedalabile:


scarpellata - discesa



In action (1):


scarpellata - discesa


In action (2):


scarpellata - discesa


In action (3):


scarpellata - discesa


In action (4):


scarpellata - discesa



Il giro….


Scarica la traccia

Lattice: sette mesi dopo

nobby_nicIl 31 maggio dopo essermi ben documentato su internet intraprendo l’attività di latticizzazione dei copertoni della mia mountain bike. Senza entrare troppo nel dettaglio dell’attività (che magari descriverò bene in un altro post) si è trattato di trasformare dei normali copertoni in copertoni [W:tubeless] grazie all’aggiunta di  un pò di [W:lattice]  liquido per impermeabilizzare il copertone e per consentire l’autoriparazione in caso di foratura.

Da qualche tempo ormai la ruota posteriore aveva perso la sua impermeabilità perdendo pressione in una sola giornata (ruota completamente a terra). Stufo di dover gonfiare la gomma prima di ogni uscita (e non rabboccando il lattice all’interno della ruota per motivi di pigrizia) il 31 dicembre decido di levare il copertone per curiosare su cosa sia rimasto all’interno e per rimetterci dentro la classica camera d’aria.

L’operazione è durata mezzora! (solo per la ruota posteriore visto che quell’anteriore ancora tiene…). Il lattice aveva incollato tutto e fatto così tanta presa che per smontare il copertone ho dovuto utilizzare addirittura i cacciacopertoni di metallo facendo non poca fatica. Alla faccia di chi, con le ruote latticizzate, ha paura di stallonare! in compenso mi sono divertito a spellare la parte interna del copertone dove si era formata una resistentissima pellicola elastica formata da lattice essiccato.

Ora dovrei rivedere le mie convinzioni sul fatto di portare con me sempre anche una camera d’aria di scorta nel caso il lattice non dovesse essere in grado di tappare l’eventuale foro: c’ho messo tanto tempo a casa comodo comodo, con gli attrezzi di metallo…. quanto potrei metterci col freddo, sul cucuzzolo di una montagna o in mezzo al bosco? e in gara?

Bike in Umbria

Bike in UmbriaVi consiglio questo sito di itinerari cicloturistici in Umbria Bike in Umbria

In questo sito vengono proposti 30 itinerari (suddivisi per livello di difficoltà in facile, medio e difficile) corredati di planimetria, altimetria, roadbook, traccia GPS, scheda dettagliata, foto ed indicazioni turistiche.

Inoltre vengono indicati anche dei link e recapiti di centri assistenza specializzati

Per chi volesse è anche possibile registrarsi presso il seguente link per ricevere gratuitamente la guida a casa.

Il posto più morbido dove mettere il……

Sella comoda

Chi va in bicicletta prima o poi si trova a dover combattere coi dolorini provocati dalla lunga permanenza in sella.

Su consiglio di alcuni amici e documentandomi anche su internet ho rivolto la mia attenzione aulle Selle SMP caratterizzate da una forma particolare che, cito dal sito:

permette ad ano, prostata, vene pudende, vena e arteria dorsale profonda del pene, scroto e testicoli, mentre per la donna a grandi e piccole labbra e clitoride, di non subire alcuno schiacciamento.

Un modello particolare ho visto che è usato soprattutto nelle gare di endurance ed è proprio a quel modello che ho deciso di dedicare le mie attenzioni e così da un mesetto sono anche io un felice possessore di una Glider da me ribattezzata affettuosamente “clitor” .glider

Il primo impatto non è stato dei migliori visto che il peso poggia su altre ossa e bisogna un pò farci l’abitudine, ma la sensazione di intorpidimento sembrava diminuita. Con l’uso però non sento più i dolori ma si sta ripresentando la sensazione di intorpidimento (ma come… funziona al contrario?)  Sicuramente c’è da lavorare ancora per trovare l’avanzamento e l’inclinazione ideali ma per ora mi ritengo comunque soddisfatto dell’acquisto: spero solo di avere più occasioni per testarla meglio (ma il meteo in questo periodo non aiuta!)